Un telaio in fibra di carbonio è molto più resistente di quello che si possa pensare, in linea teorica lo è molto di più che un telaio in alluminio. L’alluminio, infatti, ha un ciclo di vita “breve”strettamente legato al fenomeno della ossidazione che lo indebolisce invece, il carbonio ha un ciclo di vita più lungo (con le dovute accortezze) e le sue rotture dipendono spesso da difetti di costruzione o da impatto traumatico.
L’invecchiamento:
La fibra di carbonio è un materiale composito, che ha una struttura molecolare a catena. Quando questa catena molecolare si modifica per cause interne (dovute a variazioni della struttura polimerica), si assiste a un invecchiamento del materiale, che diventa meno resistente e più fragile, ovvero tende a enfatizzare la rottura di schianto senza dare preavviso né deformarsi. L’invecchiamento si rispecchia quindi in un decadimento delle prestazioni della fibra, che non è più quella originaria a livello molecolare e che in sostanza non è più in grado di reggere i carichi dell’uso ciclistico.
Il degrado:
A differenza dell’invecchiamento, che è dovuto essenzialmente a variazioni interne alla struttura molecolare del composito, il degrado è causato da agenti esterni che, combinandosi con il materiale ne diminuiscono la resistenza:
- la fibra di carbonio soffre l’esposizione al sole, in cui raggi UV penetrano all’interno e vengono assorbiti, dando vita a modifiche a livello molecolare che riducono la resistenza del composito. Per questo la verniciatura di un telaio in fibra di carbonio è una parte fondamentale del processo costruttivo e deve essere effettuata con professionalità e con prodotti adeguati;
- Temperatura: esporre la fibra di carbonio a temperature troppo elevate dà il via a dilatazioni termiche non controllate che ne pregiudicano la funzionalità, così come a veri e propri trattamenti termici che modificano la qualità stessa del composito (infatti le diverse tipologie di fibra vengono ricavate partendo dai medesimi materiali e poi variando la temperatura di trattamento);
- Sollecitazione meccanica: i componenti in carbonio sono anisotropi, ovvero sono progettati per resistere a forze che agiscono parallelamente alla disposizione delle fibre e non a eventuali forze perpendicolari. Quindi, in seguito a colpi, botte, cadute, le fibre possono immagazzinare un’energia eccessiva alla quale non sanno resistere, dando vita alle famose cricche di cui parleremo più avanti;
- Umidità: il composito teme molto l’umidità, poiché eventuali bolle di aria umida rimaste imprigionate nel materiale durante la costruzione potrebbero liquefarsi per via dell’escursione termica, sciogliendo quindi dei sali che produrrebbero un “effetto ghiaccio”, ovvero aumenterebbero di volume dando vita a zone più deboli. Questa situazione viene chiamata “blistering”;
Se si rompe un telaio in fibra di carbonio non è da buttare o quantomeno non sempre.
Le vie da seguire sono due: riparazione o sostituzione in garanzia.
Nel secondo caso bisognerà, tramite il rivenditore, inviare il telaio al produttore che valuterà se la rottura rientra nei termini di garanzia, attraverso sistemi piuttosto sofisticati per stabilire se una rottura sia dovuta a cattivo uso dell’utente o a un cedimento strutturale.
A prescindere da come sia avvenuta la rottura si può riparare praticamente tutto.
L’unica differenza la fa il costo della riparazione, perché su telai economici il costo della riparazione potrebbe superare il valore stesso del telaio, ed in questo caso la logica vorrà che si butti via il telaio (se ha componenti economici) per sostituirlo con uno nuovo, magari pensando di fare un upgrade.
Un telaio danneggiato per un incidente si può riportare in vita, rendendolo sicuro come nuovo.
Una riparazione è assolutamente affidabile, il telaio riparato sarà resistente più di prima: se si romperà un altra volta non sarà dove è stato riparato. Come avviene la riparazione? In tanti modi. Se si tratta di un telaio realizzato in carbonio fasciato, si può tramite appositi solventi, intervenire anche sui legami e separare le parti rotte da quelle buone. In pratica si sostituisce il tubo rotto con uno nuovo (come si farebbe con un telaio in acciaio) rendendo il telaio praticamente identico al nuovo.
Inoltre, oggi si può togliere la parte danneggiata e sostituire la fibra di carbonio in quel punto specifico per poi riverniciare tutto. Questa soluzione è a prova di bomba.
Concludendo, il carbonio si ripara tranquillamente ma va fatto con criterio:
- asportare tutta la vernice dalla parte da riparare
- pulire con i solventi adatti
- resinare la zona crepata, tenendosi larghi di uno o due centimetri
- applicare una pelle supplementare di rinforzo
- incollare un telo x sottovuoto
- creare il vuoto
- lasciare asciugare a temperatura e umidità controllata
- carteggiare
- stuccare
- riverniciare
- passare due mani di trasparente
E’ importante sottolineare che questa operazione va assolutamente svolta da mani esperte o da una azienda specializzata. Un intervento fai da te è quasi sempre peggiorativo ed inoltre mette in pericolo la nostra sicurezza.