Se siete ciclisti consumati vi sarà sicuramente successo di sentire commenti quantomeno buffi di persone che non si sono mai interessate al ciclismo. Per esempio “quel corridore che era in testa all’inizio poi non ha vinto”, oppure “quello che è stato dietro tutto il tempo è sbucato all’improvviso andando a vincere”, o ancora “nel ciclismo non ci sono le squadre, è uno sport individuale”. E probabilmente voi non avrete nemmeno tentato di spiegare come funzionasse il gioco, scoraggiati dai commenti così insensati. Proviamo a spiegare il ciclismo a chi non lo conosce per niente, in modo semplice e veloce.
La scia: il succo del ciclismo
La prima cosa da far capire è che il ciclismo vive sulle scie. La scia dell’aria è ciclismo. Tutta la corsa ruota intorno a questo.
Quindi, semplicemente, fate immaginare al vostro interlocutore di camminare incontro ad un vento fortissimo, e di pensare alla fatica che si prova nell’avanzare. Nel ciclismo è così ogni giorno.
La squadra
Appreso il problema scia, tutto il resto viene facile. E’ palese capire che chi sta dietro ad un altro corridore spende molte meno energie.
Per questo esistono le squadre: ci saranno dei compagni che coprono dall’aria il proprio capitano, in modo che lui possa preservare le energie per il finale di gara. La squadra è fondamentale per la vittoria.
La scelta del capitano
A questo punto spesso l’interlocutore contesta il fatto che al capitano viene dato un vantaggio per permettergli di vincere la gara, ma perché a lui e non agli altri? Semplicemente il capitano si è conquistano la sua posizione nelle gare passate dimostrando la sua forza.
Anche il compagno che aiuta il capitano, solitamente chiamato gregario, può diventare capitano un giorno se dimostra di valerlo.
Le specialità nel ciclismo
Un corridore può diventare capitano o essere gregario in base alla caratteristiche del percorso.
Per esempio uno scalatore sarà capitano per una gara in salita, ma gregario per un arrivo in pianura.
Cosa sono gli scalatori, i passisti, i velocisti?
Sono caratteristiche fisiche che specializzano il corridore su di un certo tipo di percorso.
Di solito i primi 2 fattori specializzanti sono il peso, che influisce sulle prestazioni in salita, e la capacità di mantenere uno sforzo per un tempo prolungato.
Il vero velocista infatti è colui che è bravissimo ad esprimere tutta la propria potenza in un tratto breve, mentre il passista è un uomo di resistenza.
Attenzione però: specializzazione non vuol dire che un corridore forte in salita sia una schiappa in pianura e viceversa.
Vuol dire che su di un percorso ha più probabilità di vincere.
Se pensate che un professionista velocista sia battibile da un amatore in salita, allora vi conviene frequentare i nostri corsi prima di poter spiegare il ciclismo a qualcun altro: