L’ideazione ed il perfezionamento dei gruppi cambio monocorona partita dall’azienda americana Sram, seguita ormai da tutti i maggiori costruttori di gruppi, ha segnato una svolta epocale per quel che riguarda il ciclismo fuoristrada. Ciclocross, gravel e mtb sono specilità dove oramai la soluzione tecnica del monocorona domina. Ma questa tecnologia calza per ogni ciclista? Quali personalizzazioni bisogna scegliere? Può essere applicata anche al ciclismo su strada?
RUOTE E PNEUMATICI: LA GRANDE DIFFERENZA NEL CALCOLO
La sezione delle ruote influenza in modo enorme il calcolo della lunghezza del rapporto. Questo è basilare per poter calcolare la lunghezza del rapporto e quindi sapere gli ingranaggi che saranno la miglior soluzione per noi. Ma attenzione: grande differenza la farà lo penumatico. Infatti se prendiamo ad esempio una bici da corsa ed una gravel, avranno entrambe le ruote di 28″, ma il risultato della circonferenza sarà totalmente diverso a causa della dimensione degli pneumatici. Per conoscere il reale diametro delle vostre ruote potete consultare questa tabella:
LA FORMULA MATEMATICA PER CALCOLARE LA LUNGHEZZA DI UN RAPPORTO
Come si calcola lo sviluppo metrico di un rapporto? Con una semplice formula matematica:
Numero denti ingranaggio Anteriore ÷ Numero denti pignone posteriore × diametro ruota (incluso pneumatico)
Esempio: se vogliamo calcolare lo sviluppo metrico di un 53×17 in bici da corsa con penumatici da 25 mm, eseguiremo il seguente calcolo:
53 ÷ 17 × 2105 = 6562 mm, ovvero tradotto in metri 6,562 metri sviluppati ad ogni pedalata.
Partendo da questi calcoli potremo capire quanto sviluppa il rapporto massimo e minimo della nostra bici da corsa, gravel, mtb o ciclocross e potremo fare l’esatto paragone. Tenendo ben presente la tabella di riferimento riguardante la circonferenza della ruota.
LA FORMULA MATEMATICA PER CALCOLARE LA VELOCITÀ
Aggiungiamo una formula che ci sarà molto utile per valutare quanto utilizziamo i rapporti della nostra bici e se possiamo concedere qualche rinuncia in ottica di montare un gruppo monocorona: partendo dallo sviluppo metrico che ormai conosciamo, otteniamo la velocità moltiplicandolo per il numero di pedalate al minuto (rpm).
La formula è semplicissima:
Sviluppo metrico × Numero di Pedalate × 60
Quindi ritornando al nostro 53×17 con pneumatici da 25 mm, se lo mulineremo magari in un falso piano a salire a 80 rpm, otterremo questa velocità:
6,562 x 80 x 60 = 31497,6 metri, ovvero 31,49 km/h
Se ingraniamo lo stesso rapporto in un falso piano a scendere e lo portiamo a 110 rpm, avremmo la velocità di:
6,562 x 110 x 60 = 43309,2 metri, ovvero 43,3 km/h
PRO E CONTRO DEL MONOCORONA
Calcolando lo sviluppo metrico capiamo che possiamo arrivare a coprire praticamente tutta la rapportatura di una doppia corona, parlando di estremi, dal rapporto più agile a quello più lungo.
Quindi con il monocorona otteniamo un peso inferiore della bici e soprattutto meno fastidi per quel che riguarda il funzionamento del deragliatore anteriore in condizioni di fango.
I contro? Il numero di marce può influire negativamente nella nostra pedalata. Questo è poco importante nel fuoristrada dove i cambi di pendenza sono continui, ma è molto importante su strada. Per questo al momento il monocorona non è ancora un’opzione appetibile per la bdc.
Ritorniamo ai calcoli matematici per spiegare nei dettagli il problema.
Se per esempio stiamo percorrendo un tratto ad alto impegno con un classico 50×14 a 85 rpm, svilupperemo una velocità di 38,34 km/h. Se vogliamo alleggerire il rapporto per aumentare il numero di rpm, innesteremo il 15, ottenendo una velocità molto simile – 38,31 km/h con un ritmo di pedalata di 91 rpm. Perfetto.Ora pensiamo a cosa possa avvenire con un ingranaggio monocorona da corsa, ipoteticamente da 46 denti sull’anteriore, come consigliato dai tecnici Sram per la bdc. Per ottenere una velocità di 38/39 km/h dovremmo usare un 46×13 che spinto a 85 rpm ci permetterà di mantenere i 37,98 km/h. Nel caso andassimo ad alleggerire, innesteremo il 46×15 che ci farà salire il nostro ritmo a 98 rpm per mantenere la stessa velocità. Un bel salto. Difficile mantenere una buona continuità di pedalata con un cambiamento così grande di lunghezza del rapporto.
IL FUTURO DEL MONOCORONA
Il monocorona è diventato il presente di mountain bike, ciclocross e gravel. Ovviamente è sempre possibile scegliere cambi a doppia corona, a seconda delle preferenze personali, ma è chiaro che l’apprezzamento verso il sistema monocorona è stato elevatissimo.
E per la bici da corsa? Al momento le aziende costruttrici di gruppi non stanno spingendo in questo senso, ma chissà, forse con qualche accorgimento tecnico in più il futuro potrebbe essere monocorona anche su strada, magari portando la scelta dei pignoni posteriori a 13 velocità come sta già studianco Campagnolo oppure ricreando un ingranaggio in più all’interno del mozzo posteriore. Le possibilità sono molte ed affascinanti.
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