La scelta delle gomme per Gravel è uno degli elementi più complessi in ambito ciclistico con diversi importanti fattori dei quali tenere conto: larghezza nominale ed effettiva, struttura, battistrada, pressione di gonfiaggio e altro ancora.
Più ancora che su strada, infatti, nel gravel riding le gomme rivestono un’importanza fondamentale, poiché si tratta di uno dei componenti che è in grado di modificare maggiormente il comportamento del nostro mezzo.
E’ necessario prestare la giusta attenzione a questa scelta, perché ogni tipologia di gomma è ottimizzata per usi piuttosto specifici.
Scegliere uno pneumatico non adatto all’utilizzo principale che facciamo della gravel bike rischia di compromettere prestazioni e, soprattutto, divertimento in sella.
TUBELESS O CAMERA D’ARIA?
Se su strada può essere ancora legittimo avere qualche dubbio, nel gravel il tubeless ha una marcia in più. Non ci sono discussioni.
Nei tratti off road la gomma tubeless permette di viaggiare a pressioni inferiori, ottenendo maggiore grip, maggiore comfort, ma anche più tenuta di strada, grazie ad un minore saltellamento della ruota.
Al di là dell’aspetto prestazionale, inoltre, il tubeless permette di ridurre sensibilmente il rischio di forature e di pizzicature.
TIPOLOGIA DI BATTISTRADA
Il gravel riding si presta a molteplici interpretazioni e l’enorme varietà di tipologie di tassellatura rispecchia questa esigenza.
Con le dovute differenze, possiamo individuare tre macro categorie di pneumatici:
1- quelli molto scorrevoli, quasi completamente slick;
2- quelli intermedi, con tasselli piccoli, bassi e ravvicinati tra loro, oppure con zona centrale semi-slick e parte laterale con tassellatura più pronunciata;
3- quelli più aggressivi, con tasselli più pronunciati e distanti tra loro.
La prima tipologia di pneumatico è pensata per chi utilizza la gravel prevalentemente su asfalto e su sterrati scorrevoli. In ogni caso su terreni asciutti.
Una gomma di questo genere è molto scorrevole, ha un’ottima tenuta su asfalto, ma non è adatta a terreni tecnici e, soprattutto, scivolosi e fangosi.
La seconda tipologia, invece, è quella in cui possiamo raggruppare gli pneumatici più versatili, in grado di comportarsi bene su quasi ogni terreno.
Si tratta degli pneumatici che incarnano meglio lo “spirito gravel”, adatti a percorsi in cui si alternano con frequenza tratti di asfalto a tratti di sterrato, anche con fondo piuttosto smosso.
Infatti, la parte centrale del battistrada semi-slick (o comunque con tasselli bassi e ravvicinati) garantisce un’ottima scorrevolezza, mentre i tacchetti più pronunciati nella parte esterna del battistrada conferiscono la giusta tenuta in curva.
Il vero limite di questa famiglia di gomme è rappresentato dai fondi viscidi e fangosi.
Infine, la terza tipologia di gomma, cioè quella con battistrada più aggressivo, è ideale per chi fa un uso della gravel un po’ più spinto, in alcuni casi al limite della Mtb.
Garantisce maggiore tenuta, ma sacrifica la scorrevolezza, almeno su fondi ben battuti.
I tasselli più alti e lontani tra loro, infatti, penetrano meglio nel terreno, offrendo maggiore grip e maggiore tenuta in off-road.
Si tratta anche della soluzione ideale per i mesi autunnali e invernali, dove capita con una certa frequenza di affrontare terreni fangosi.
SEZIONE
La sezione de lo pneumatico incide su comfort, tenuta di strada e sicurezza di guida, specie su sterrato.
Le misure più diffuse vanno da 37 a 40 mm, anche perché sono quelle in grado di garantire un compromesso ideale tra vari fattori citati.
A nostro avviso, salvo esigenze particolari, è questa la forbice all’interno della quale mantenersi. In base al percorso, poi, si potrà “giocare” con le pressioni.
Tuttavia, chi percorre molti chilometri su asfalto può optare per una larghezza inferiore, scendendo fino ad un 700×35 o addirittura 700×30-32.
Al contrario, chi fa molto fuoristrada, oppure vuole una gravel iperconfortevole, potrà spingersi anche oltre il 40 (attenzione, però, a verificare che la propria bici sia in grado di ospitarlo).
PRESSIONI DI UTILIZZO
Nel paragrafo precedente abbiamo accennato alle pressioni, ma questo argomento è così complesso che meriterebbe una trattazione a parte.
La cosa importante da ricordare è che non esiste una pressione ideale per tutti: dipende dal tipo di fondo, dal peso del ciclista, dalla marca e dal modello de lo pneumatico.
In linea generale, l’indicazione da ricordare è di non esagerare con la pressione, perché non sempre gonfiare al massimo del range consentito dagli pneumatici significa avere una bici più performante.
Anzi, in off-road una pressione più bassa, oltre che trasmettere maggiore comfort permette di “copiare” meglio le asperità del terreno e, dunque, avere più controllo e trazione.
E’ chiaro che, su asfalto, pressioni molto basse vanno a discapito della scorrevolezza.
IN CONCLUSIONE
Cerchiamo di tirare le somme, anche se siamo consapevoli che si tratta di una semplificazione un po’ troppo estrema.
Se utilizzate la gravel per un buon 80% su asfalto, alternando solo brevi sezioni di sterrato ben battuto, il nostro consiglio è di optare per pneumatici semi-slick, con sezione tra 32 e 37 mm.
Se alternate con frequenza asfalto e sterrato, non disdegnando qualche segmento un po’ più sconnesso, la scelta ideale è uno pneumatico intermedio, dalla sezione compresa tra 38 e 40 mm.
Se invece utilizzate la gravel in modo più spinto, anche su fondi viscidi e sconnessi, la scelta dovrà andare su una gomma con tassellatura più pronunciata e sezione non al di sotto dei 40.
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