Dopo le prime uscite molti ciclisti si dichiarano insoddisfatti della comodità della sella, lamentando fastidi nell’area perineale, oltre a una pedalata non ottimale.
Con buona probabilità, non è colpa della sella, ma di un montaggio scorretto, senza un controllo biomeccanico che sulle lunghe distanze può creare disagi posturali.
Scegliere tipologia e misura corretta della sella è fondamentale per il comfort di pedalata, esattamente come lo è il numero di scarpa.
Il primo montaggio della sella prevede un’approfondita analisi biomeccanica per ottimizzare la posizione.
Posso invece sostituire la sella con più facilità utilizzando il centro anatomico come punto di riferimento tra la vecchia e la nuova sella.
In caso di incertezza è sempre meglio affidarsi ad un biomeccanico specializzato che con adeguati strumenti vi riposizionerà la sella professionalmente.
Nella bicicletta ci sono tre punti d’appoggio: due fissi, pedali e manubrio, e uno mobile, la sella.
Il corpo può muoversi su di essa, e per questo è fondamentale trovare il punto di seduta ideale, che potrà essere mantenuto senza fatica per tutta la pedalata.
Per individuare la giusta posizione prima di tutto, con l’aiuto di un normale calibro, bisogna trovare il punto di riferimento biomeccanico in cui la sella è larga 52 mm e segnarlo con il nastro adesivo. Partendo da questo punto vanno poi calcolati l’altezza sella e l’arretramento.
Non è vero che per aumentare la spinta bisogna montare la sella con una leggera inclinazione in avanti.
Con qualsiasi tipo di sella, al momento del montaggio la prima cosa da fare è assicurarsi che si trovi perfettamente “in bolla”, senza gradi negativi o positivi. Abbassare “il naso”, come molti pensano di dover fare per riuscire a spingere sui pedali con maggiore potenza, porta invece a far scendere il corpo verso il basso, assumendo una posizione di seduta sbagliata.
Inoltre, se le ossa ischiatiche sono posizionate in un punto della sella troppo avanzato, cioè dove la sua larghezza è inferiore, la pressione esercitata su una superficie ridotta provocherebbe la comparsa di dolore e altri disturbi nell’area pelvica.
Se la biomeccanica è corretta non dovrebbero essere necessarie ulteriori regolazioni.
Una ulteriore verifica nel corso delle 4-6 uscite successive garantirà il risultato migliore.
Se la sella è posizionata male il nostro corpo sarà a disagio e cercherà di adattarsi muovendosi di continuo sulla bicicletta, cioè avanti e indietro.
La certezza che tutto è a posto si avrà di solito dopo circa un’ora di pedalata, quando si abbassa la concentrazione sul mantenimento del punto di seduta e le ossa ischiatiche restano comunque appoggiate nella posizione iniziale.
Il primo campanello d’allarme è rappresentato di solito da lievi difficoltà di minzione appena scesi di sella: questo significa che l’uretra, il tubicino che collega la vescica all’esterno, è rimasta a lungo compressa dal peso del corpo, e deve riprendere la sua naturale conformazione.
Un altro “sintomo” classico è il formicolio e l’insensibilità nella zona genitale, causato da una posizione troppo avanzata, e dal conseguente schiacciamento del nervo pudendo contro l’osso pubico.
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