L’opinione più diffusa è che la tacchetta vada posizionata direttamente sotto la pianta del piede, circa sulla linea del metatarso, quindi relativamente avanzata. Questa scuola di pensiero è stata condivisa per molti anni, ereditata dal mondo della strada, ma con l’avanzamento e l’evoluzione della biomeccanica – e del mountain biking con tutte le sue discipline – si stanno imponendo alcuni importanti cambiamenti.
Infatti, c’è modo e modo per collocarla: avanzata o arretrata; decentrata a sinistra o a destra.
Le scarpe più moderne agevolano l’applicazione delle diverse interpretazioni, grazie all’ampia fessura applicata sulla suola e alla pratica scala graduata.
Vediamo ora come le piccole differenze portano a grandi ricadute sul campo.
Indietro tutta
In genere, arretrando la tacchetta si attivano meno muscoli del polpaccio quando si spinge sui pedali. È un approccio che dà un po’ di respiro alla parte inferiore delle gambe (caviglie più morbide con i talloni naturalmente ribassati), permettendo di continuare a pedalare in modo più efficiente per più tempo.
Sembrerebbe un’interpretazione molto interessante, anche perché si tratta di una posizione che regala anche maggiore stabilità, creando una sorta di connessione più diretta tra glutei e quadricipiti – i muscoli più forti delle gambe – e i pedali. Si ottiene un trasferimento dell’energia più diretto, con i muscoli più grandi che sopportano la maggior parte del lavoro mentre quelli più piccoli e meno forti – i polpacci – lavorano principalmente per stabilizzare i piedi.
La verità sta nel mezzo
Ovviamente questa è una soluzione radicale, in particolare quando si adotta il massimo arretramento possibile, come evidenziato in foto. Si può giocare con l’avanzamento/arretramento, per esempio usando un approccio equilibrato: montare la tacchetta sulla seconda fila del supporto, che poi va spinto tutto avanti sulla scarpa.
Così la posizione è praticamente centrale, potendo giocare ancora qualche millimetro per un piccolo arretramento. In genere gli approcci più discesistici – a partire dall’enduro sino alla downhill – prediligono una posizione più arretrata sulla scarpa (più controllo sul ripido oltre che in curva con i talloni bassi), mentre quelli più pedalati invece optano per una più avanzata, per una sensazione di una spinta più efficace con l’avampiede oltre a una maggiore sensibilità.
Movimento laterale
Non si tratta solo di quanto in avanti o indietro, dovendo pensare anche allo scostamento laterale. Infatti le tacchette possono essere collocate più vicino al bordo interno o esterno delle scarpe. Questa posizione influisce sull’ampiezza della posizione di guida sulla bici. I biker più piccoli, donne comprese, potrebbero preferirne una più stretta di quella consentita naturalmente dal fattore Q delle pedivelle. La si ottiene spostando le tacchette verso l’esterno delle scarpe portando il piede verso l’interno.
Viceversa, spostando le tacchette verso l’interno si allarga la posizione ottenendo una sensazione di superiore stabilità sulla bici. In ogni caso, se si prova una sensazione di dolore sul lato esterno delle ginocchia, controllate la posizione e spostate eventualmente le tacchette verso l’interno. Se il dolore è invece all’interno, provate a collocarle più all’esterno. Nel caso non abbiate alcun tipo di fastidio, provate con una posizione neutrale.
Conclusioni
Alla fine si tratta sempre di preferenze personali, tuttavia una posizione centrale creare una piattaforma molto più stabile soprattutto per la pedalata, mentre una più arretrata ma senza esagerare rimane ancora un buon compromesso tra salita e discesa.
Provate due setup non estremi, giocando con l’avanzamento/arretramento della tacchetta montata sulla seconda fila, cercando di capire cosa funziona meglio per voi. Tenete presente che una nuova posizione sui pedali richiede un po’ di tempo per abituarsi, quindi siate pazienti con i vostri muscoli permettendogli di adattarsi.
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