di Konrad Iarussi
Chi come noi è abituato a fare sport all’aria aperta fa più fatica degli altri a star fermo e prima dell’estate abbiamo dovuto affrontare la quarantena dovuta all’epidemia di Coronavirus restando chiusi in casa, come prescritto dalle autorità per tutelare la nostra salute: è proprio in questo periodo che ho pensato a 10 esercizi di abilità in bicicletta da fare da fermi, in garage o nel cortile.
Sono esercizi basilari che aumentano l’equilibrio, l’abilità e la percezione degli spazi in bicicletta e che sicuramente torneranno utili sia nella mountain bike sia sulla bici da strada.
Il ciclismo non è solo watt infatti, ma abilità e tecnica di guida, capacità che distinguono un campione da un buon ciclista: non a caso negli ultimi anni eccellono anche su strada persone come Peter Sagan, Vincenzo Nibali, Mathieu Van der Poel, tutti atleti che hanno nella destrezza di guida quel qualcosa in più che li fa primeggiare.
Dieci esercizi di abilità in bicicletta: dove eseguirli
Ho ambientato questi esercizi di abilità in un semplice box condominiale, di dimensioni 3 metri per 7. Naturalmente chi dispone di un cortile potrà tornare bambino e scorrazzare tra e case come si faceva una volta, visto che in questo periodo ci sarà poca gente in giro. Se qualcuno ha un giardino consiglio di fare gli esercizi sul prato: in caso di caduta sono minori le escoriazioni e l’erba ricrescerà sicuramente.
Una volta che avrete cominciato vi verranno in mente mille posti diversi dove fare esercizi: un marciapiede, degli scalini, un albero o una siepe attorno ai quali girare e sperimentare.
L’attrezzatura
Ci vuole una bicicletta naturalmente, ma non necessariamente una mountain bike: può essere utilizzata anche una normale bici da passeggio o da strada.
Vanno sempre indossati il casco, i guanti (utili per la presa ma anche in caso di caduta per evitare escoriazioni) e se volete sentirvi più sicuri anche delle protezioni per la MTB quali ginocchiere o gomitiere.
Per quanto riguarda pedali e scarpe se siete abituati con i pedali a sgancio rapido potete continuare a usarli: chi scrive è nato negli anni settanta e all’epoca si facevano tutti gli esercizi (compresi i salti) con pedali flat, quindi piatti e senza sgancio.
La stessa BMX viene insegnata ai bambini partendo senza pedali a sgancio, che vengono utilizzati solo nelle categorie superiori.
I pedali “flat” con i pin in metallo per l’aderenza della suola sono perfetti ma pericolosi per gli stinchi in caso di cadute: in questo caso è meglio indossare dei parastinchi o ginocchiere lunghe.
Risulta molto utile l’utilizzo di un reggisella telescopico: se non lo avete potete abbassare completamente la sella, la maggior parte degli esercizi viene fatta in piedi.
Conviene avere una pressione delle gomme intermedia, tra 1,2 e 2 bar a seconda del vostro peso e della tipologia di pneumatico che utilizzate: rider pesanti avranno bisogno di pressioni più alte e ugualmente delle carcasse più sottili necessiteranno di un mezzo bar in più.
Attenzione si vi cimentate su gradini o muretti appuntiti, la pressione abituale degli pneumatici potrebbe essere troppo bassa, meglio alzare 0,5 bar.
È da preferire il sistema tubeless (quindi con lattice e senza camera d’aria) per evitare pizzicature della camera d’aria contro gradini, sassi, ecc.
Il resto dell’attrezzatura è composta da quanto trovate nel vostro garage: lattine al posto di birilli, assi di legno, mattoni, manici di scopa, ma anche bicchieri e piatti di carta o plastica sono perfetti.
Impariamo la posizione base in MTB
Come detto la maggior parte degli esercizi avviene utilizzando la bicicletta in piedi sui pedali: i motivi sono molteplici:
- la posizione più elevata permette migliore visibilità
- il biker si può muovere più rapidamente in avanti e indietro o lateralmente
- i punti di appoggio sulla bici sono 4 (due mani e due piedi) anziché gravare con il peso sulla sella (e sulla colonna vertebrale), e possono ammortizzare meglio gli urti
- i punti di appoggio sono tutti necessari alla propulsione o al cambio di direzione del mezzo
- il peso grava principalmente sui pedali abbassando il baricentro del sistema uomo-bici
La posizione base con cui affrontare gli esercizi dunque è in piedi sui pedali, con le braccia leggermente flesse, gomiti aperti all’esterno e non bassi: i gomiti bassi tendono a spingere il manubrio e quindi obbligano a continue correzioni, oltre che non essere utili in frenata, in curva e nella guida in generale.
La testa in asse con il manubrio. Lo sguardo è avanti.
I talloni sono bassi per lasciare le gambe distese, non contratte ma rilassate e pronte all’azione.
È importante effettuare ogni esercizio alternando il piede che sta davanti: come in ogni sport esiste un piede preferito (si pensi al “piede di salto” per un saltatore), gli ostacoli che ci si presentano non lo sanno, per cui è meglio imparare a fare le manovre con entrambi i piedi, anche per una questione di “sblocco mentale”.
Il fuorisella
Il fuorisella consiste nello spostare il peso del corpo indietro, uscendo appunto dalla sella. È una delle posizioni utilizzate nel cross country in discesa, data la sella alta, nei punti più impervi e come anticipo sui drop.
In ambito gravity (enduro e downhill) il fuorisella viene utilizzato meno viste le geometrie differenti delle bici e la presenza del reggisella telescopico. Ricordiamo infatti che se il peso del corpo è tutto sulla ruota posteriore non potremo caricare l’avantreno e avremo difficoltà ad avere grip, quindi frenare, guidare e gestire la bici.
Il fuorisella serve comunque sui drop, per assorbire gli avvallamenti e i salti in velocità e anche per imparare a fare il manual, ovvero alzare la ruota anteriore senza pedalare.
Per fare pratica con il fuorisella si può provare affiancati a una parete appoggiandosi con il gomito. È bene tenere i talloni bassi per avere le gambe rilassate e non tese. Ricordarsi di mantenere lo sguardo avanti e di provare con un piede avanti e poi con l’altro.
Il fuorisella può essere effettuato di slancio e in questo modo diventa come un colpo di reni per proiettare la bici in avanti: si tratta del metodo con cui i velocisti anticipano gli avversari sulla linea del traguardo.
Salire e scendere dalla bici
Potrebbe essere necessario salire e scendere in sicurezza dalla bici: una transizione nel triathlon, un percorso di ciclocross, un ostacolo improvviso, le strisce pedonali da attraversare rigorosamente a piedi nel bike to work.
La procedura corretta è quella di partire dalla posizione base e slanciare una gamba all’indietro per scendere dalla bici. Ai bambini a cui insegno spiego di fare “il ballerino” e non “il cagnolino” per far capire il concetto: la gamba che si stacca dal pedale deve essere slanciata all’indietro e non piegata.
Si devono necessariamente alternare le due gambe nell’esercizio per acquisire la giusta padronanza: come già detto gli ostacoli non sanno qual è la nostra gamba preferita e si presentano all’improvviso!
Andature varie con e senza mani
Prima di scendere completamente si possono effettuare alcuni giochi: condurre la bici con un solo piede, con una mano e un piede, oppure tenendola per la sella.
Una volta acquisita un po’ di dimestichezza possiamo anche effettuare un percorso con delle curve. Ricordiamoci di farlo da entrambi i lati della bici: è importante allenare tutte le parti del corpo a effettuare gli stessi movimenti.
L’otto
Continuiamo con un esercizio di abilità in bici, l’otto: i due centri dell’otto sono posti a 4 metri uno dall’altro, i cerchi hanno un raggio di 2 metri.
L’otto eseguito in piedi sui pedali della mountain bike. Solo il dito indice sui freni.
L’esercizio consiste nel fare ripetute inversioni a otto prima seduti con due mani, poi con la mano destra e sinistra, poi in piedi, poi in piedi con una mano. Naturalmente non si deve uscire né con la ruota davanti né con la ruota dietro dall’otto tracciato.
Il cerchio
Si traccia un cerchio di 2 metri di diametro con una apertura formata da un corridoio di birilli: bisogna entrare nel cerchio e poi uscirne, prima in un verso poi in un altro. Si può fare con due mani, una mano, una mano in piedi.
Si può inoltre eseguire lasciando la ruota anteriore fuori dal cerchio e quella posteriore all’interno del cerchio.
L’esercizio del cerchio eseguito con una mano.
Il surplace o trackstand
Il surplace consiste nel riuscire a stare fermi in un punto, da seduti o in posizione base, senza toccare per terra con i piedi. È un esercizio che si vedeva sovente in pista, quando i due atleti si sfidavano nella gara di velocità pronti a scattare dopo aver sfiancato l’avversario.
È meglio cominciare in uno spazio abbastanza ampio, come un garage, per poi stringere con dei segnaposti, tipo delle assi o dei manici di scopa, fino a costringersi a stare fermi in un punto.
L’esercizio del surplace eseguito con due mani limitando lo spazio con delle assi.
Qualche consiglio: non provate a stare immobili in senso assoluto ma cercate di restare morbidi e fare continui piccoli movimenti, ondeggiando con il peso del corpo. Guardare un punto fisso aiuta parecchio così come respirare a fondo e stare rilassati.
Salire su degli ostacoli
Basta poco per costruire un ostacolo da scavalcare: un paio di mattoni, una cassetta di legno. Per far salire la ruota davanti ci si avvicina in posizione base, si flettono le braccia per caricare i muscoli e poi ci si solleva con il tronco portando in alto il manubrio.
Il concetto è lo stesso di un salto eseguito a piedi uniti: si caricano le gambe flettendole un po’ per aver forza esplosiva. Anche in questo caso si può partire con un’asse stesa a terra per avere un riferimento per alzare la ruota anteriore e provare il giusto dosaggio della forza. Provate con un piede avanti e poi con l’altro.
Successivamente si prova con un colpo di pedale che può aiutare l’alzata della ruota anteriore, arrivando molto vicini al gesto iniziale dell’impennata.
In tutti questi esercizi serve il dito pronto sul freno posteriore in caso di eccessivo entusiasmo nell’alzare la ruota davanti. Frenare prontamente la farà scendere senza rischiare il ribaltamento.
I gradini
Se avete la fortuna di trovare dei gradini su cui cimentarvi, questi si possono salire e scendere in continuazione oppure anche saltare, ma valutate sempre bene le vostre capacità e non esagerate, specialmente in questi tempi.
Per salire una piccola fila di gradini è sufficiente a volte solo uno spostamento di peso sfruttando l’inerzia della bici e le ruote di grandi dimensioni delle mountain bike moderne. Qui potrebbe essere utile aumentare la pressione della ruota posteriore per le prime volte, almeno 2,5 bar.
Tenete presente che anche a bassa velocità una ruota riesce sempre a scavalcare un gradino più basso del proprio perno.
Si impenna la bici come provato prima posizionando la ruota in cima alla fila di gradini e poi spostando il peso in avanti si effettua un colpo di reni spostando letteralmente la bici sopra ai gradini e trascinandosi dietro la ruota posteriore.
Esercizi in bici di salita di gradini: il colpo di reni con il corpo proteso in avanti solleva e trascina la ruota posteriore. Anche questo sarebbe meglio impararlo con pedali liberi.
In discesa si può cominciare a scendere spostando il peso del corpo all’indietro (facendo un leggero fuorisella) man mano che la bici scende. Non si deve anticipare troppo il movimento per non scaricare troppo l’avantreno, ma eseguirlo gradatamente.
Il drop
Il “drop” non è altro un dislivello. In gergo fare un drop significa saltare giù da uno scalino, un gradone o un salto creato appositamente ma che in ogni caso dall’alto ci porti verso il basso. “Copiare” invece significa scendere dai gradini o affrontare un piccolo drop senza staccare le ruote da terra.
Per eseguire un drop conviene avere un minimo di velocità, anche se con il giusto colpo di pedale si può “droppare” un salto anche da fermi in maniera quasi trialistica.
Ci si avvicina in posizione base, si flettono le braccia per caricarsi e poi si slancia la bici avanti con un movimento che è a metà tra un fuorisella e un’impennata, ovvero il già citato manual. Appena sorpassato il gradino con la ruota posteriore si deve tornare in posizione base per atterrare a ruote pari.
Infatti il drop è fatto bene quando la bici non segue una traiettoria curvilinea atterrando con la ruota davanti bensì con le due ruote assieme. Naturalmente le gambe e le braccia ammortizzano, i gomiti si aprono e lo sguardo è sempre avanti.
Conclusioni
Con questi semplici esercizi ho cercato di pensare manovre che a prima vista possono risultare semplici ma che in realtà di sicuro metteranno alla prova anche i biker più consumati.
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