Bici da Corsa e Mountain Bike sono mondi distanti. Le classiche rette parallele che non si incontrano mai. Ma quello che abbiamo visto ai Mondiali di Ciclismo 2019 ha avvicinato le due rette, fino a quasi toccarsi.
La gara dei professionisti ad Harrogate in Inghilterra è stata condizionata dal maltempo, tanto che gli organizzatori sono stati costretti a tagliare il percorso.
Partiti 197, arrivati 46, forse perché le bici da Mountain Bike, in alcuni momenti della corsa, sarebbero state più adatte. Forse i Bikers sarebbero stati più preparati dei ciclisti ai spaventosi fiumi d’acqua che ricoprivano l’asfalto, se non fisicamente, sicuramente psicologicamente.
Probabilmente, da casa e sul divano, molti bikers hanno esclamato: questo è un percorso per noi!!!
Probabilmente, comodi sul divano, molti ciclisti hanno pensato: bisogna fermare la gara, qui ci vuole la Mountain Bike.
Loro, invece , gli eroi, 46 eroi, la gara l’hanno corsa tutta e l’hanno finita sulla bici da corsa.
Ci è mancato poco che vinceva un italiano, Trentin e, invece, è stata la prima volta della Danimarca, cosa che rende ancora più romantica una giornata di pioggia.
LA CORSA: delusione d’argento
Quando ormai sembrava fatta, l’Italia ha visto svanire per pochissimo il Mondiale dei professionisti, che resta tabù ormai dal 2008. Ad Harrogate, in Inghilterra, la maglia iridata è andata a sorpresa al 23enne Mads Pedersen, che ha vinto nettamente la volata dei tre fuggitivi arrivati a disputarsi il podio. Peccato davvero per la nostra Nazionale, che comunque è stata perfetta, si è mossa benissimo ed è mancata soltanto nella zampata finale, quella decisiva. E’ comunque la prima medaglia iridata nella gestione del ct Davide Cassani e anche il primo podio dall’ultimo Mondiale conquistato dall’Italia, con Ballan a Varese 2008.
Modifiche al percorso
A causa del maltempo e della forte pioggia, che era iniziata a cadere già dalla serata di del giorno prima, molte strade nella Contea dello Yorkshire si erano allagate, risultando così praticabili solo con una Mountain Bike. Il taglio del percorso ha riguardato la prima parte del Mondiale, dove c’erano le due salite più impegnative, mentre i giri nel circuito finale di circa 14 km sono stati aumentati da sette, come era in programma, a nove, per un totale di 261 km invece di 285, con 125 km circa da percorrere sull’anello conclusivo. Subito sono cominciati i problemi per i corridori, impegnati a “guadare” alcuni tratti di strada invasi dall’acqua. Molte anche le difficoltà per le ammiraglie nell’affiancare gli atleti su strade strette e tortuose.
Clamoroso Valverde
A sei giri dalla fine nel gruppo davanti sono rimasti 89 corridori. E nelle retrovie ci sono stati molti ritiri eccellenti, come quello clamoroso dello spagnolo campione in carica Alejardo Valverde.
Sempre fra i primi del gruppo gli azzurri, in particolare con Visconti, Trentin, Colbrelli, Moscon e Bettiol.
Meno 33
Dal gruppo dei migliori a circa 33 km dall’arrivo è scattato l’olandese favoritissimo Van Der Poel, subito inseguito da Trentin, mentre davanti aveva ceduto Teunissen. In testa a 29 km dalla fine si è formato allora un quintetto: Moscon, Trentin, Van der Poel, Kung e Pedersen.
Meno 12: Si ferma il favorito!
Incredibile il colpo di scena a 12 km dalla conclusione, perché l’olandese Mathieu Van Der Poel, come detto uno dei grandi favoriti della vigilia, è improvvisamente crollato, si è spostato a bordo strada e ha alzato bandiera bianca. Incredibile.
Meno 6
Un eccezionale Moscon ha ancora accelerato in testa, portando il vantaggio del quartetto a 1’13″ a 10 km dalla conclusione. Sul penultimo strappo, a 6 km dal traguardo, Moscon si è leggermente staccato e davanti sono rimasti in tre, a lottare per i posti sul podio.
Ultimo chilometro
Palpitante l’ultimo chilometro. Trentin, che sembrava il più fresco e ha impostato bene la volata finale, è partito ai 200 finali: sulla carta era lui il favorito netto, invece è stato rimontato agevolmente da Pedersen, che ha vinto addirittura per una decina di metri, senza discussione, come se all’azzurro si fosse spenta improvvisamente la luce. Dopo sei ore e mezza di corsa durissima e sotto la pioggia può succedere.
Peccato.