Gli pneumatici (ovvero le coperture) della mountain bike sono un elemento che a volte è sottovalutato rispetto ad altri, più tecnologicamente “attraenti”. Non dobbiamo però dimenticare che dal pneumatico dipendono rendimento, sicurezza e anche comodità delle nostre escursioni in sella alla mountain-bike. Le caratteristiche dei due elementi di contatto con la strada, cioè le ruote posteriori e anteriori, hanno una grande influenza sui diversi aspetti del controllo complessivo della bici.
Per una scelta ottimale vanno considerate le caratteristiche della mountain bike, il tipo di percorsi preferiti, lo stile di guida e le preferenze personali; ci sono però, rispetto ad altri componenti, meno problemi di spesa perché i prezzi delle coperture sono generalmente nell’ordine di qualche decina di euro.
La carcassa
La struttura portante del pneumatico è costituita dalla carcassa di nylon su cui si trova il battistrada e che disegna la forma complessiva del pneumatico, con una sezione che potrà essere più arrotondata o più squadrata. La carcassa ha una funzione strutturale, ma anche dinamica, perché è in grado di deformarsi per effetto delle sollecitazioni subite a contatto con il terreno e quando si affronta una curva. Di conseguenza, carcasse diverse avranno comportamenti diversi e influiranno sul modo in cui la MTB interagisce con il percorso.
La trama della carcassa è misurata in TPI, acronimo di “threads per inch”, ossia fili per pollice (un parametro che potete trovare nei cataloghi di vendita delle coperture per MTB) e può andare da 60 TPI fino a valori molto più alti. In alcune carcasse ci possono essere TPI diversi nei lati e sotto il battistrada.
In linea di massima, per cross country e marathon si preferiscono carcasse con TPI attorno a 120, più sottili e flessibili, mentre per utilizzi più impegnativi come all-mountain o enduro si va su carcasse da 60 TPI, con fili più grossi e gomme più robuste.
Altre differenze fra le varie carcasse sono lo spessore, singolo o multiplo, cioè la presenza di uno o più strati di fibre, e l’utilizzo del pneumatico con o senza camera d’aria (tubeless). Le carcasse con spessore multiplo sono generalmente più robuste, ma anche più pesanti rispetto a quelle con spessore singolo.
La spalla
La parte laterale della copertura che va dal cerchio fino al battistrada è la spalla (o fianco).
La spalla deve essere in grado di favorire la stabilità della MTB quando si affrontano le curve, ma deve anche resistere alle sollecitazioni per evitare pizzicature delle camere d’aria (con rischio di foratura). Si ha una pizzicatura quando la spalla della copertura si piega, a causa dell’impatto con un ostacolo, stringendo le pareti della camera d’aria. Con pressioni delle gomme adeguate e spalle rinforzate si può ridurre al minimo questo problema. La spalla viene rinforzata aggiungendo materiali più resistenti, come, per esempio, le fibre di kevlar.
Il tallone e il cerchietto
Il tallone è la parte della copertura che va a inserirsi nel cerchio, bloccando così in posizione tutta la copertura. Il materiale con cui è realizzato il tallone può essere diverso dal resto della copertura. Il cerchietto contenuto nel tallone favorisce l’inserimento della copertura nel cerchio; ci sono cerchietti pieghevoli (in kevlar) e cerchietti rigidi (in acciaio). La soluzione rigida favorisce una migliore aderenza della copertura al cerchio, ma ha un peso superiore.
Il battistrada e i tasselli
Sul battistrada delle MTB si nota immediatamente la caratteristica presenza dei tasselli in rilievo, divisi in tre fasce lungo il pneumatico: la fascia centrale e le due laterali. La tassellatura centrale agisce sul terreno durante le fasi di pedalata e di frenata e ha lo scopo di evitare il pattinamento degli pneumatici, perciò è fondamentale sia per la scorrevolezza del pneumatico sia per la presa sul terreno (il grip).
Le variazioni riguardano forma e disposizione dei tasselli sul battistrada, ma anche la mescola con cui sono realizzati. In linea di massima, mescole morbide assicurano un grip superiore, assorbono meglio gli impatti con gli ostacoli lungo il percorso (l’urto è attutito dalla deformazione del pneumatico e solo una parte ridotta è trasmessa alla bici), ma sono meno scorrevoli e soffrono di più l’usura.
Per quanto riguarda la scelta, in generale sui cataloghi sono indicati i tipi di competizioni, percorsi e terreni per cui un determinato pneumatico è meglio predisposto.
Tubeless o camere d’aria?
Un’altra differenza di cui tenere conto quando si parla di pneumatici per MTB è quella fra coperture con camera d’aria e coperture tubeless (il termine inglese “tubeless” significa appunto “senza camera d’aria”).
I pneumatici tubeless (anche indicati con la sigla UST, Universal Standard for Tubeless, standard universale per tubeless) richiedono cerchi appositi in grado di alloggiarli correttamente, mentre le coperture con camera d’aria sono la soluzione tradizionale, in cui il pneumatico ha la parte esterna che racchiude e protegge al suo interno la camera d’aria.
Non esiste una soluzione perfetta: entrambe hanno vantaggi e svantaggi. Le camere d’aria tendono a forarsi più frequentemente, ma sono più semplici da riparare o sostituire rispetto agli pneumatici tubeless che invece devono il loro successo proprio al fatto di essere molto più resistenti e di riuscire a mantenere a lungo la pressione anche in caso di foratura.
Le misure delle coperture per MTB
Le misure delle coperture sono generalmente indicate con due valori in pollici. Il primo indica il diametro esterno e il secondo indica la larghezza: per esempio, 26×2 indica una gomma con un diametro di 26 pollici e una larghezza di 2 pollici. È stato successivamente creato un altro standard (ETRTO), in cui la prima cifra indica la larghezza del pneumatico (in millimetri) e la seconda indica il diametro del cerchione in mm (misurato nel punto di contatto dei talloni del copertone nel cerchio).
Nei cataloghi di vendita si possono trovare entrambe le misure, ad esempio “26X2.00 (52-559)”; in questo caso la larghezza del pneumatico è di 52 mm, da montare su un cerchio con un diametro di 559 mm.
I diametri indicati per le coperture sono quelli dei tre standard disponibili per le ruote delle MTB, cioè 26″, 27,5″ e 29″, mentre la larghezza può variare molto, da poco più di 1 pollice a più di 2 pollici. Semplificando all’estremo, si può dire che coperture più strette sono più leggere e più scorrevoli, mentre le coperture più larghe permettono di utilizzare pressioni inferiori affrontando gli ostacoli più facilmente.
La pressione delle gomme
Pressioni più basse di gonfiaggio della copertura consentono di avere un grip migliore. Con le soluzioni tubeless si possono adottare pressioni più basse rispetto a quelle possibili con le camere d’aria ed è una possibilità importante, perché la pressione delle gomme è una variabile fondamentale per il comportamento della MTB. La decisione circa la pressione migliore da utilizzare è influenzata da moltissimi parametri che vanno dal tipo di pneumatico allo stile di guida, dal tipo di disciplina MTB al tipo di bici, dal terreno alle condizioni atmosferiche. Solo l’esperienza potrà guidarci nella scelta migliore della pressione per la nostra prossima uscita.
Per iniziare si può comunque fare riferimento alle varie tabelle reperibili sul Web, per poi regolare gradualmente la pressione secondo le proprie preferenze.
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