Non esistono delle regole universalmente riconosciute per una corretta analisi biomeccanica ma metodologie diverse ritenute valide.
Ogni biomeccanico ha il suo stile e purtroppo non esistono regole certe da seguire, se non quelle che fanno capo all’anatomia dell’uomo e alla sua preparazione atletica.
1. METODO STATICO CLASSICO
Si concentra sull’allinemento fra piede e pedale prendendo come riferimenti il primo metatarso e l’asse del pedale. La configurazione del posizionamento del ciclista è una conseguenza di questo dato.
PRO
- il posizionamento è semplice e immediato e richiede attrezzature poco evolute e di facile reperimento
CONTRO
- costringe il ciclista ad adattarsi alla bicicletta perchè non tiene conto della loro interazione
2. METODO STATICO VISIVO
Utilizza l’analisi visiva del ciclista sulla bicicletta, non un’analisi strumentale, per stabilire il corretto posizionamento in base ai parametri stabiliti dal biomeccanico.
PRO
- visualizzazione del ciclista direttamente sulla bicicletta e quindi della loro interazione
CONTRO
- mancanza di obiettività nell’analisi, il posizionamento è uguale per tutti i tipi di ciclista
3. METODO STATICO ANTROPOMETRICO
Riporta pedissequamente sulla bicicletta le misure antropometriche del ciclista. In questo caso le informazioni non vengono elaborate ma riportate sulla bici secondo delle tabelle specifiche.
PRO
- oggettività nella rilevazione delle misure antropometriche del ciclista
CONTRO
- mancanza di obiettività nel rapporto ciclista/bicicletta
4. METODO STATICO OGGETTIVO
Raccoglie gli aspetti positivi dei metodi precedenti ottimizzandoli con gli angoli di settaggio.
PRO
- completezza nell’elaborazione dei dati oggettivi
CONTRO
- i risultati sono molto basati sulla teoria e tengono poco conto dell’interazione ciclista/bicicletta
5. METODO DINAMICO
Riassume tutti gli aspetti positivi di tutti i metodi sopra elencati e li armonizza attraverso un’analisi cinematica del ciclista in movimento al fine di valutarne contrazione muscolare e stile di pedalata (zona di spinta).
PRO
- oggettività di tutti i dati rilevati e dell’efficacia della pedalata
CONTRO
- analisi complessa che richiede conoscenze specifiche
Fra quelli elencati, il metodo dinamico è, ovviamente, quello più auspicabile data la completezza dei dati raccolti e l’affidabilità del risultato ottenuto. Tuttavia, nonostante la maggior parte dei biomeccanici operanti sul mercato ne vanti l’applicazione, non tutti sono in grado di raccogliere i dati in modo corretto e di elaborarli.
Fare un’analisi biomeccanica secondo i primi quattro metodi è semplice, veloce e poco costoso perchè richiede esclusivamente l’uso della bicicletta del ciclista, un rullo e qualche altro strumento di facile reperimento. L’analisi con il metodo dinamico è più complessa, richiede l’uso di una “bicicletta ergonomica” cioè un simulatore meccanico a forma di bicicletta che può essere completamente modificato per posizionare il ciclista nel modo più corretto.
Il Metodo Dinamico è quello più completo ed efficace per svariati motivi fra i quali spicca la considerazione che la leva anatomica del ciclista è fatta di ossa e muscoli. Le ossa possono essere misurate in modo oggettivo, la contrazione muscolare e lo stile di pedalata è invece molto più mutevole e quindi richiede un’analisi più approfondita e complessa.
Un esempio tipico è quello di due gemelli. Presumibilmente le differenze nella struttura ossea saranno meno sensibili e misurabili rispetto alle differenze nella struttura muscolare e soprattutto nello stile di pedalata. In questo caso, i metodi statici fallirebbero nel dare una risposta affidabile in un’analisi biomeccanica mentre il metodo dinamico risulterebbe più efficace dato che tiene conto di fattori soggettivi legati al ciclista.
Una nota a parte va riservata ai recenti software di analisi biomeccanica che vengono applicati al modello dinamico. Questi software sono molto precisi nel rilevamento delle misure ma non possono tenere conto delle sensazioni, esigenze e richieste del ciclista che possono essere prese nella giusta considerazione solo dal biomeccanico e dalle sue capacità empatiche.
Il biomeccanico esperto ed attento tiene conto anche di questi fattori per personalizzare il posizionamento del ciclista all’interno della “finestra di settaggio” così da massimizzare le prestazioni atletiche e il comfort della pedalata.
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