Tanto più le e-Mtb hanno una vocazione discesistica e tanto più possono diventare impegnative da condurre in salita.
Molti degli accorgimenti tecnici che fanno la gioia dei biker in discesa possono diventare poco utili o addirittura controproducenti in salita, ad esempio, un angolo di sterzo molto aperto porta più facilmente ad alleggerire la ruota anteriore sulle pendenze più marcate riducendo la facilità di guida e incrementando il rischio di impennata oppure, un carro molto corto, accentua la maneggevolezza, ma aumenta il rischio di sollevamento della ruota anteriore in salita.
Per ovviare a ciò occorre spostare il corpo quanto più possibile verso la ruota anteriore, assumendo una posizione poco naturale e di certo non comoda. Se si tratta di brevi tratti ok, ma se la salita è lunga il discorso cambia. E qui viene in aiuto il reggisella telescopico.
Nella mountain bike a pedalata assistita, il reggisella telescopico non è pensato solo per la discesa ma trova un impiego altrettanto efficace anche in salita. Chi utilizza la e-Mtb su percorsi ripidi, stretti e molto avrà avuto modo di accorgersi dei benefici di pedalare con la sella un po’ più bassa anche in salita.
Baricentro
Il tubo verticale di tutte le bici (e-Mtb comprese), è inclinato verso la ruota posteriore e anche per questa ragione quando il biker è seduto in sella il suo peso grava maggiormente sulla ruota posteriore. Se si abbassa la sella di qualche centimetro, si riduce anche la distanza sella-manubrio e questo, oltre ad abbassare il baricentro ciclista+bici, aumenta la percentuale di peso che grava sulla ruota anteriore, cioè si sposta più in avanti il baricentro. Questo permette alla ruota anteriore di restare più facilmente a contatto con il terreno e si guida meglio la bici.
Abbassare la sella di pochi centimetri
Basta abbassare il reggisella di pochi cm, 3-5 cm, perché andare oltre renderebbe difficile pedalare: questo è un valore, infatti, che permette ancora di pedalare, ma soprattutto migliora la libertà di movimento del biker sulla sella. Le salite in single track, infatti, richiedono una guida attiva, cioè occorre costantemente bilanciare al meglio tanti fattori contemporaneamente, come l’equilibrio, l’aderenza della ruota posteriore, evitare impatti dei pedali con il terreno, sollevare la ruota anteriore per superare gli ostacoli e poi fare altrettanto con la ruota posteriore. Abbassare la sella permette di alzarsi sui pedali con più facilità e in off-road è sempre un vantaggio. Si può tenere la sella alta, invece, se il fondo è regolare e non scivoloso.
Abbassare completamente la sella
La sella si può abbassare del tutto se il fondo è particolarmente insidioso, per la pendenza o per la presenza di ostacoli impegnativi. Diciamo che tanto maggiore è l’impegno richiesto in salita e tanto più bassa va tenuta la sella, come sulle moto da trial. Non appena il terreno cambia pendenza e torna ad essere pedalabile si può alzare la sella e ripristinare l’assetto ciclistico.
La guida attiva: un punto cruciale.
In salita la prima cosa da fare è predisporre l’atteggiamento mentale giusto, se si resta passivi e si aspetta che sia la bici a superare gli ostacoli si resterà fortemente delusi e ci si esporrà a seri rischi di caduta. Sicuramente, però, la giusta altezza della sella in base al tratto da percorrere può aiutare ad aumentare efficacia ed efficienza di pedalata. Il reggisella telescopico, per quest’ultimo aspetto, sarà fondamentale nella guida della e-MTB.
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