Ci sono giorni in cui non riesci a scrivere di tecnica, meccanica, nutrizione o altro.Ci sono giorni in cui devi dedicare il giusto tributo a un pezzo di storia del nostro ciclismo.
Di trattative per la cessione delle biciclette Colnago si parlava da tempo, con grandi nomi del ciclismo mondiale candidati all’acquisto ma l’annuncio è arrivato solo adesso, in piena era di coronavirus.
Un pezzo della storia del made in Italy a due ruote, la bicicletta che aveva iniziato con Fiorenzo Magni e che aveva fatto correre, tra gli altri, Eddy Merckx e Giuseppe Saronni, è stata venduta dal patron Ernesto Colnago a un fondo arabo.
Una… Chimera!
A rilevarlo, per una cifra non rivelata, è stato Chimera Investments Llc, fondo di Abu Dhabi che è anche proprietario del team Uae, che non a caso utilizza le biciclette note in tutto il mondo con il logo inconfondibile dell’asso di fiori. Ad annunciare la chiusura del deal è stato proprio il fondo che sta puntando sull’espansione del ciclismo nell’area del Golfo.
Since 1954
Ernesto Colnago, che ha fondato l’azienda a Cambiago nel 1954, mantiene una piccola quota e continuerà con ogni probabilità a seguire direttamente la produzione ogni mattina in fabbrica. A far propendere il patron per la cessione alle lusinghe di grossi marchi mondiali è stata con ogni probabilità la scomparsa della moglie, rimasta sempre al suo fianco e, ancora di più, quella recente del fratello Paolo, spalla fidata di Ernesto in fabbrica.
In epoca di coronavirus un altro pezzo dell’artigianato italiano del ciclismo storico, in cui le biciclette dei grandi campioni erano tutte firmate dai ”sarti” italiani delle due ruote, finisce quindi all’estero. Già tre anni fa un altro marchio storico, Pinarello, è passato a L Catterton, fondo di private equity legato al gruppo francese del lusso Lvmh.
Anche in quel caso, come ora Colnago, la cessione era stata giustificata con l’obiettivo di avere i mezzi finanziari necessari per sostenere lo sviluppo internazionale.
La notizia, non può lasciare indifferenti gli amanti delle due ruote e deve far riflettere. Le nostre biciclette hanno sempre rappresentato l’eccellenza ne l mondo e, queste cessioni, sono una ferita che fa sanguinare la storia di tutto lo sport italiano.