di Konrad Iarussi
Non esistono delle regole universalmente riconosciute per una corretta analisi biomeccanica ma metodologie diverse. Questa incertezza nelle regole di biomeccanica per il ciclismo ha generato delle teorie metodologiche a volte incomplete o poco esaurienti.
Vediamo i pro e contro di ciascuna teoria, seguendo un ordine cronologico che va da quella elaborata per prima a quelle più recenti:
1. METODO STATICO CLASSICO
Si concentra sull’allinemento fra piede e pedale prendendo come riferimenti il primo metatarso e l’asse del pedale. La configurazione del posizionamento del ciclista è una conseguenza di questo dato.
PRO
Il posizionamento è semplice e immediato e richiede attrezzature poco evolute e di facile reperimento
CONTRO
Costringe il ciclista ad adattarsi alla bicicletta perchè non tiene conto della loro interazione
2. METODO STATICO VISIVO
Utilizza l’analisi visiva del ciclista sulla bicicletta, non un’analisi strumentale, per stabilire il corretto posizionamento in base ai parametri stabiliti dal biomeccanico.
PRO
Visualizzazione del ciclista direttamente sulla bicicletta e quindi della loro interazione
CONTRO
Mancanza di obiettività nell’analisi, il posizionamento è uguale per tutti i tipi di ciclista
3. METODO STATICO ANTROPOMETRICO
Riporta pedissequamente sulla bicicletta le misure antropometriche del ciclista. In questo caso le informazioni non vengono elaborate ma riportate sulla bici secondo delle tabelle specifiche.
PRO
Oggettività nella rilevazione delle misure antropometriche del ciclista
CONTRO
Mancanza di obiettività nel rapporto ciclista/bicicletta
4. METODO STATICO OGGETTIVO
Raccoglie gli aspetti positivi dei metodi precedenti ottimizzandoli con gli angoli di settaggio.
PRO
Completezza nell’elaborazione dei dati oggettivi
CONTRO
I risultati sono molto basati sulla teoria e tengono poco conto dell’interazione ciclista/bicicletta
5. METODO DINAMICO
Riassume tutti gli aspetti positivi di tutti i metodi sopra elencati e li armonizza attraverso un’analisi cinematica del ciclista in movimento al fine di valutarne contrazione muscolare e stile di pedalata (zona di spinta).
PRO
Oggettività di tutti i dati rilevati e dell’efficacia della pedalata
CONTRO
Analisi complessa che richiede conoscenze specifiche
Il metodo dinamico
Fra quelli elencati, il metodo dinamico è, ovviamente, quello più auspicabile data la completezza dei dati raccolti e l’affidabilità del risultato ottenuto.
Tuttavia, nonostante la maggior parte dei biomeccanici operanti sul mercato ne vanti l’applicazione, non tutti sono in grado di raccogliere i dati in modo corretto e di elaborarli.
Fare un’analisi biomeccanica secondo i primi quattro metodi è semplice, veloce e poco costoso perchè richiede esclusivamente l’uso della bicicletta del ciclista, un rullo e qualche altro strumento di facile reperimento.
L’analisi con il metodo dinamico è più complessa, richiede l’uso di una “bicicletta ergonomica” cioè un simulatore meccanico a forma di bicicletta che può essere completamente modificato per posizionare il ciclista nel modo più corretto.
I software
Una nota a parte va riservata ai recenti software di analisi biomeccanica che vengono applicati al modello dinamico.
Questi software sono molto precisi nel rilevamento delle misure ma non possono tenere conto delle sensazioni, esigenze e richieste del ciclista che possono essere prese nella giusta considerazione solo dal biomeccanico e dalle sue capacità empatiche.
Il biomeccanico esperto ed attento tiene conto anche di questi fattori per personalizzare il posizionamento del ciclista all’interno della “finestra di settaggio” così da massimizzare le prestazioni atletiche e il comfort della pedalata.
Analisi su strada
Nella mia lunga esperienza, ho imparato che, alla fine di tutto il percorso biomeccanico, il momento più importante è la prova su strada.
Mettersi le brugole in tasca ed uscire in bici con il proprio cliente.
Solo la pedalata reale può mettere in evidenza i difetti ed esaltare i pregi della nuova posizione. Il vento, le buche, la fatica, sono tutti fattori che incidono sulla posizione e di cui, il biomeccanico, deve assolutamente tener conto.
Adattamento
Inoltre, il biomeccanico non è un mago e non possiede la bacchetta magica.
Qualsiasi cambiamento ha bisogno di tempo ed è per questo che seguo i miei clienti per i 30 giorni successivi al test biomeccanico, facendomi inviare i loro feedback o uscendo con loro su strada o su sterrato (in caso di mountain bike).