L’INFLUENZA DELLA POSTURA SULLA PEDALATA
Lo studio della postura in bicicletta è una componente fondamentale del ciclismo moderno, per evitare moltissime patologie infiammatorie talvolta molto dolorose. La valutazione della postura migliora le prestazioni e aiuta anche a evitare i frequenti e fastidiosi micro infortuni.
LA POSTUROLOGIA, INTESA COME LO STUDIO SCIENTIFICO E CLINICO DELLA POSTURA, HA AVUTO UN CONSIDEREVOLE SVILUPPO IN QUESTI ULTIMI ANNI
La tipica sintomatologia dolorosa di una problematica posturale comprende lombalgia, cervicalgia, cefalea, dolori cronici diffusi come nella sindrome bromialgica, dolori all’articolazione temporo-mandibolare. Da non sottovalutare assolutamente, anche in assenza di dolore, è la predisposizione a infortuni muscolari semplici (stiramenti o crampi) che la difettosa postura produce, anche durante uscite di medio chilometraggio non troppo impegnative.
Il muscolo che è in tensione muscolare anomala, infatti, lavora sotto stress e produce prima acido lattico: è, in gergo, il muscolo del cattivo rendimento, della prestazione scarsa, di chi ha dicoltà a ottenere miglioramenti pur con regolari allenamenti.
ANALISI POSTURALE E APPLICAZIONI AL CICLISMO
Il sistema più efficace per migliorare le prestazioni degli sportivi è quello di “riprogrammare” il loro sistema tonico-posturale. Il posturologo compie una valutazione funzionale dell’equilibrio posturale nel suo insieme e dei recettori della postura.
Questa valutazione è di tipo clinico e strumentale, con apparecchiature specifiche: ci sono test per valutare il ruolo del piede e l’equilibrio, test sulla funzione visiva o che individuano interferenze occlusali (provenienti dal sistema masticatorio).
La strategia terapeutica in posturologia mira al riequilibrio e all’ottimizzazione del sistema muscolare, cercando di individuare le cause che hanno portato la situazione anormale e squilibrata.
ASSETTO BIOMECCANICO
Nel ciclista tutto ciò deve tener conto della particolarità dell’interazione tra uomo e mezzo meccanico: l’atleta, infatti, ottiene il miglior rendimento solo se la sua bicicletta è perfettamente adattata alla sua morfologia (biomeccanica). Bisogna comprendere i motivi per cui, a parità di consumo energetico, il lavoro meccanico prodotto può risultare diverso, al variare delle caratteristiche del ciclista e dell’assetto geometrico della bicicletta. Il fine ultimo è quello di ottenere il maggior rendimento del gesto atletico con minor consumo energetico.
Le caratteristiche individuali di postura e l’analisi biomeccanica non vanno lette separatamente, ma trasferite nell’insieme “uomo-bicicletta”: tutte le variazioni eseguite sul mezzo, così come gli interventi di riprogrammazione posturale (operate da specialisti), possono essere valutati in maniera esatta, grazie a moderni sistemi di analisi della pedalata che permettono di valutare la forza espressa istante per istante.
L’atleta, alla fine di questo percorso di valutazione, ha le misure esatte della propria bicicletta e un protocollo di riprogrammazione posturale, che può avvalersi di ausili come o solette o “bite”, oppure di protocolli di lavoro specifico sulle catene muscolari (analizzate ed elaborate con l’ausilio di una pedana stabilometrica).
Da queste considerazioni appare ovvio come sia di primaria importanza il lavoro di gruppo, a scapito della presunzione di “fare tutto da solo” che hanno alcuni esperti di biomeccanica: solo interagendo tra specialisti dei vari settori si riesce ad ottenere un risultato soddisfacente dal punto di vista della prestazione finale e da quello della salute del corridore.
Su questo concetto sono concordi tutte le principali realtà del ciclismo moderno.