L’attuale struttura della RockShox Pike è stata presentata nella primavera del 2017 e ha portato un risparmio di peso di 160 grammi. L’anno successivo l’aggiornamento principale è stata la cartuccia Charger 2 accompagnata dalle tenute SKF. Più recentemente RockShox ha introdotto la Charger 2.1 per le versioni Signature delle sue sospensioni.
Il principale difetto della Charger 2 era una leggera spigolosità e un range limitato della compressione alle alte velocità. La Charger 2.1 ha rimediato a quei problemi grazie a un nuovo pacco lamellare ma anche a una fascia del pistone migliorata e una tenuta SKF, entrambi dettagli che aiutano a ridurre l’attrito e migliorano la sensibilità sui piccoli urti. Anche la compressione alle basse velocità è stata rivista con un nuovo profilo dell’ago. Considerando che abbiamo avuto modo di provare la forcella dalla scorsa estate, ecco il giudizio sul lungo termine.
Dettagli
- 27.5″ e 29″
- Escursione disponibile da 120mm a 160mm
- Offsets: 37mm (27.5″), 42mm (29″), 46mm (27.5″), 51mm (29″)
- Boost con sede Torque Cap
- Cartuccia idraulica Charger 2.1
- Tenute SKF
- 1832 grammi (120mm / 27.5″)
- 1030€ (intorno ai 7/800€ online)
La testa della cartuccia Charger 2.1 è sigillata da una tenuta SKF, marchio sempre più presente nelle tenute delle sospensioni RockShox.
Le nuove forcelle sono dotate di perno ruota senza leva quick release che consente di risparmiare peso, tanto ormai chiunque porta con sé un multi tool.
Sul campo
A confronto con la precedente Pike, è più permissiva tra le mani.
Quando i trail si fanno più impegnativi, la forcella sembra meno nervosa e questo comportamento più docile è probabilmente da attribuire alla migliore compressione alle alte velocità, che è il coronamento della cartuccia Charger 2.1.
Sulla Charger 2 impostando più di 1 click da tutto aperto sulle HSC, la forcella diventava piuttosto ruvida. Con questa, invece, si può arrivare a 4 click rimanendo maneggevole, il che indica che il suo range di regolazione è valido per un ampia varietà di rider sia come peso che come abilità. In generale la forcella è più scorrevole.
Possiamo invece parlare delle prestazioni generali della Pike Ultimate, senza doverla paragonare al modello precedente. Per quanto lo chassis sia più leggero di quello della Lyrik, è adeguato al suo compito .
Rispetto alla Fox 34 standard e anche la versione leggera Step Cast, lo chassis della Pike offra maggiore rigidezza e quindi migliore maneggevolezza, soprattutto a confronto con la Step Cast. Non si può dire che sia migliore della 34 ma che sia la più maneggevole delle due.
Inoltre c’è la fondamentale differenza tra le due cartucce con Fox che ha il lockout e RockShox che è più regolabile nella compressione alle alte velocità.
La revisione della cartuccia idraulica è più complessa ma un bravo meccanico con i giusti attrezzi può eseguirla facilmente.
Conclusioni
L’ultima versione di questa forcella era piuttosto buona ma RockShox ha trovato spazio per ulteriori miglioramenti senza drastici cambiamenti. Chi ha una forcella RockShox 2018/2019, se lo desidera, può optare per l’upgrade alla cartuccia idraulica Charger 2.1. È un po’ costosa ma possono diventare soldi ben spesi se la si sceglie come opzione al posto del service della cartuccia, quando arriva il momento di doverla spurgare. Tutto sommato con continui aggiustamenti la Pike resta sempre un’ottima e versatile forcella di media escursione.