Cerchiamo di capire quali sono i vantaggi di una sospensione progressiva e quelli di una lineare.
Una precisazione è d’obbligo prima di affrontare questo argomento: non esiste una bici con sospensioni totalmente lineari, tutte sono progressive in realtà ma, semplicemente, hanno un grado di progressività diverso.
La curva di compressione
Prima di parlare di linearità e di progressività, introduciamo un argomento fondamentale: la curva di compressione.
La curva di compressione non è altro che un grafico che descrive il comportamento della sospensione, ovvero come varia l’affondamento al variare della forza applicata. Si tratta di un diagramma cartesiano, sulle cui ascisse riportiamo l’affondamento e sulle ordinate la forza applicata.
Curva progressiva: si tratta di una curva la cui pendenza è progressivamente crescente. Questo significa che per ottenere un affondamento unitario servirà sempre più forza mano a mano che ci si avvicina al fine corse. Più la sospensione affonda, più si indurisce.
Curva lineare: in questo la caso la curva è una retta. Il comportamento di questa sospensione risulta quindi costante su tutta la corsa. Per ottenere un affondamento unitario servirà sempre la stessa forza, sia che ci si torvi all’inizio che vicini al fine corsa.
Curva regressiva: si tratta di una curva la cui pendenza è progressivamente decrescente. In questo caso la sospensione diventa più morbida mano a mano che affonda. E’ evidente che un comportamento del genere è inaccettabile per una sospensione, per cui non troveremo mai una sospensione regressiva. Una curva regressiva si può trovare invece sui carri delle biciclette full, dove in abbinamento ad un ammortizzatore progressivo, permette di ottenere una sospensione posteriore complessivamente lineare (nella sospensione posteriore le curve di compressione di telaio ed ammortizzatore si sommano).
Comportamento in pedalata: bobbing e squat
Sappiamo tutti che, quando pedaliamo una bicicletta ammortizzata, parte dell’energia che scarichiamo sui pedali viene dissipata dalle sospensioni. I fenomeni di dissipazione dell’energia in pedalata sono dovuti a due fenomeni:
Bobbing: si tratta di un movimento oscillatorio a frequenza costante, causato dal movimento verticale delle gambe. La forza che applichiamo sui pedali non è infatti costante su tutta la circonferenza descritta dal pedale, ma ha dei picchi e dei punti morti. Questa continua variazione della forza crea una “pulsazione” che mette in movimento le sospensione causando dispersione di energia. Il bobbing esiste sia sulla forcella che sul carro posteriore.
Squat: quando aumentiamo la nostra velocità, il nostro corpo è soggetto ad un “trasferimento di carico” verso il posteriore. Questo trasferimento di carico fa comprimere la sospensione posteriore con un fenomeno chiamato squat.
La sospensione, comprimendosi, assorbe parte dell’energia che forniamo alla bicicletta, riducendo l’efficienza di pedalata. Lo squat è caratteristico del solo carro posteriore.
Bobbing e squat possono essere ridotti progettando in maniera adeguata la cinematica della sospensione posteriore, ed esiste una correlazione tra la curva di compressione e questi fenomeni dissipativi.
L’energia dissipata dalla sospensione dipende dall’ampiezza e una curva di compressione progressiva è in grado di ridurre l’ampiezza dell’oscillazione.
La progressività della sospensione permette di ridurre i fenomeni oscillatori di bob e squat, rendendo la sospensione più efficace in pedalata.
Comportamento in discesa: scavalcamento di un ostacolo
Quando la ruota incontra un ostacolo, affinchè lo possa superare, essa deve spostarsi verso l’alto di una distanza pari all’altezza dell’ostacolo stesso.
Una parte di questo movimento verticale sarà assorbito dalla sospensione, una parte verrà trasferita al biker ed alla parte sospesa del telaio sotto forma di spostamento verticale.
L’aliquota di movimento che viene assorbita dalla sospensione dipende da diversi fattori:
Escursione: è evidente che maggiore è l’escursione della ruota, maggiore sarà la capacità di assorbimento della stessa. Una sospensione con maggiore escursione sarà in grado di assorbire anche grossi ostacoli senza determinare spostamenti di rilievo delle parti sospese (biker e telaio).
Freno in compressione: un maggior freno in compressione riduce l’affondamento della sospensione, riducendo l’aliquota di spostamento che essa è in grado di assorbire. Il risultato è che lo spostamento verticale del biker è maggiore.
Curva di compressione: più la sospensione è progressiva, più sarà “dura” da comprimere. Il risultato è che la capacità di assorbimento dell’ostacolo si riduce.
Quando la ruota impatta su di un ostacolo, si genera una forza . Una parte di questa forza si trasferisce alla sospensione, l’altra ci rallenta. Immaginando di avere la stessa traiettoria ruota, possiamo assumere la forza che comprime la sospensione costante a parità di ostacolo.
Anche in questo caso, come per squat e bobbing, la sospensione progressiva affonda meno di quella lineare, perché assorbe un’aliquota minore del movimento verticale della ruota, con il risultato che il biker e le masse sospese subiranno un più elevato spostamento verticale.
Tirando le somme
Una sospensione progressiva tende ad assorbire meno l’ostacolo. La bici risulta più “salterina”, tende più facilmente a spiccare il volo e sollevarsi in aria. Il biker dovrà quindi lavorare maggiormente di braccia e gambe, se vuole tenere la bici attaccata al terreno.
Una bici più lineare tende invece a spianare il terreno, assorbendo meglio gli ostacoli senza far schizzare per aria la bici.
Quando si vuole saltare da un ostacolo all’altro o eseguire manovre come il bunny hop, la sospensione progressiva subirà di contro un minor affondamento nella fase di spinta prima dello stacco, permettendo alla bici di sollevarsi da terra con maggior facilità.
Se puntiamo dritti contro una pietra: una sospensione lineare tende a “mangiare” l’ostacolo, una sospensione progressiva tende a far saltare la bici.
Tutto dipende da cosa vogliamo dalla bici.
Sfruttamento della corsa
Le mountain bike, in tutte le discipline, sono soggette a forti sollecitazioni impulsive, come può essere l’atterraggio da un salto. Le sospensioni hanno il compito di smorzare queste sollecitazioni.
E’ estremamente importante, per prevenire danni a telaio o altri componenti, che l’energia venga assorbita dalla sospensione senza che questa vada violentemente a fine corsa. Non a caso la taratura ottimale di una sospensione (o meglio la taratura della durezza dell’elemento elastico) si ottiene andando ad analizzare l’escursione utilizzata.
L’obiettivo di una buona taratura dell’elemento elastico è quindi di permettere alla sospensione di lavorare quasi completamente, evitando pericolosi fine corsa.
La sospensione progressiva andrà tenuta più morbida poichè tenderà a sfruttare meno corsa. Con una taratura più morbida si ottimizza l’assorbimento dei piccoli urti, mentre risulterà però sacrificato quello dei medi e grossi, visto che vanno a far lavorare la sospensione nella parte più “dura” della sua corsa.
La sospensione lineare andrà invece tenuta più dura per evitare di sfruttare in maniera eccessiva la corsa o andare “a pacco”. Il risultato è che sarà maggiormente penalizzata sui piccoli urti, ma lavorerà meglio sui grossi impatti, dove manterrà una maggiore capacità di assorbimento perchè tende ad indurirsi di meno.
Conclusioni
Capire quale tipo di sospensione sia meglio, tra progressiva e lineare, dipende esclusivamente dallo stile di guida.
Non c’è un meglio ed un peggio, la battaglia sospensioni lineari contro progressive non ha e non avrà mai un vincitore, ci saranno sempre quelli che preferiscono un dato comportamento e quelli che preferiscono l’altro.
L’importante è scegliere la sospensione giusta per le proprie esigenze!