Sappiamo bene o, almeno dovremmo saperlo, che il riposo è importante tanto quanto l’allenamento e, quindi, lasciare la nostra mountain bike o bici da strada per alcune settimane, può essere addirittura un vantaggio. In questo caso, però, è diverso. Il corona virus ce lo ha imposto. Un conto è decidere di riposare e stare a casa per scelta. un conto è essere costretti a farlo. In aggiunta mettiamoci la situazione di stress e paura che tutti stiamo vivendo, acuita ancor di più dal bombardamento di media e social che ci sbattono in faccia solo notizie sul Coronavirus.
Produzione di endorfine
Al nostro senso di astinenza, però, c’è una spiegazione neurochimica: la riduzione della produzione di endorfine dovuta al drastico e improvviso stop dell’attività fisica. Senza considerare che la produzione di endorfine è stimolata anche dal contatto fisico e dalla luce del sole, altri “privilegi” di cui ultimamente siamo costretti a fare a meno e che quindi peggiorano la situazione.
Nutrizione e endorfine
A stimolare il rilascio di endorfine contribuiscono anche alcuni cibi, come la cioccolata e in genere cibi che amiamo in modo particolare. Perciò, non stupitevi se nei primi giorni di quarantena è aumentata la vostra voglia di cioccolata o avete fatto più fatica del solito a gestire alcune rinunce a tavola. Il fisico sta semplicemente cercando di compensare la carenza di endorfine prodotte con l’attività fisica attraverso altre strade.
Cosa sono le endorfine
Le endorfine sono sostanze chimiche prodotte dal cervello che hanno proprietà simili a quelle della morfina e di altri oppiacei, ma senza gli stessi effetti collaterali. Non a caso, il termine endorfine, sta per “morfine endogene”.
Dotate di straordinarie capacità analgesiche ed eccitanti, sono capaci di regolare il nostro umore, ridurre lo stress e persino migliorare la tolleranza al dolore. E’ anche per questo che sono state ribattezzate ormoni della felicità o ormoni del benessere. Le endorfine, inoltre, hanno un ruolo fondamentale nel controllo dell’appetito e nella regolazione del sonno. Dunque, se in questi giorni avete più fame e maggiori difficoltà a dormire, la colpa potrebbe essere anche della ridotta attività fisica.
Gli sportivi evoluti soffrono di più
L’attività sportiva prolungata, specie se svolta ad un’intensità elevata, rappresenta uno dei modi migliori per stimolare la produzione di endorfine (avete presente quella sensazione di euforia che vi assale al termine dell’attività, nonostante la stanchezza?). Le endorfine, però, provocano una certa dipendenza (anche se in misura minore rispetto alle sostanze esogene): ecco perché soffriamo così tanto senza bici. Chi fa sport con regolarità è abituato a stimolare quotidianamente la produzione di endorfine ed è “drogato” di quella sensazione di benessere che si prova al termine dell’attività fisica. La dipendenza da alcune droghe (come l’eroina), non a caso, è legata anche ad un’inibizione della produzione endogena di endorfine. Questo spiega perché tutti gli sportivi, appena emanati i primi DPCM, si siano affrettati a capire se era ancora possibile fare sport all’aperto. E una volta appurato che questo non era possibile, sia partita la corsa all’acquisto di rulli e altri dispositivi di allenamento indoor. Per chi non pratica sport abitualmente può risultare una cosa difficile da capire, ma se ci pensate bene, invece, è una faccenda del tutto normale e ha pure una spiegazione scientifica.
Cosa fare?
La riduzione delle endorfine provoca senso di stanchezza, insoddisfazione e malessere, soprattutto se associata a situazioni di stress come quelle attuali. Ovviamente non è possibile accumulare lo stesso volume di allenamento a cui eravamo abituati all’aperto, però è importante cercare di non interrompere completamente l’attività.
Un’ora di rulli, a intensità intermedia (non necessariamente con lavori specifici), 3 o 4 volte a settimana, non solo vi permetterà di mantenere un livello di allenamento accettabile, ma anche (e soprattutto) di stare meglio, stabilizzando il livello di endorfine. Chi non ha i rulli, o non ha voglia di farli, li può sostituire con altre attività, purché di durata superiore a 30 minuti e che richiedano un minimo di intensità.
Con il passare del tempo il nostro fisico si abituerà a questa nuova situazione e la “sofferenza” si farà minore. Tutto questo sperando di poter tornare presto a pedalare all’aperto e godere delle “nostre” scariche di endorfine.