Dopo 3483 chilometri il Tour de France termina a Parigi con la classica passerella per velocisti che premia Sam Bennett, primo davanti a Pedersen e Sagan. Quinto Viviani, miglior azzurro al traguardo. Le luci dei riflettori però sono tutte per Tadej Pogacar, che conquista la classifica generale finale (con 59” su Primoz Roglic e 3’30” su Richie Porte) e fa sue anche la maglia bianca e quella a pois: nessuno ci era mai riuscito.
Sul magico sfondo dell’Arco di Trionfo, Tadej Pogacar brinda alla conquista del Tour de France 2020: portando tranquillamente a termine la ventunesima e ultima frazione della Grande Boucle.
Il ventunenne corridore sloveno diventa il primo rappresentante della sua nazione a vestire la maglia gialla sul podio di Parigi. Alla vigilia del suo 22esimo colmpeanno, Pogacar è inoltre il secondo più giovane di sempre a vincere la corsa francese (dietro Henri Cornet, che ci riuscì nel 1904 a meno di 20 anni) e il primo in assoluto ad abbinare alla vittoria finale anche la conquista della maglia bianca di miglior giovane e quella a pois di miglior scalatore.
La Slovenia, oltre a celebrare il portacolori della Uae Emirates, festeggia anche il secondo posto, a 59 secondi, di Primoz Roglic (Jumbo-Visma) mentre Richie Porte (Trel-Segafredo), terzo a 3 minuti e mezzo, esulta per il primo podio in carriera in una delle tre grandi corse a tappe.
Sul palco delle premiazioni finali salgono poi lo stesso Bennett, che conquista la maglia verde della classifica a punti, Marc Hirschi (Sunweb), che conquista il titolo di corridore più combattivo e il Team Movistar, che vince la classifica a squadre.
L’Italia chiude senza successi di tappa ma applaude il meritato decimo posto in classifica generale di un ottimo Damiano Caruso (Bahrain-McLaren), capace di entrare nella top ten dopo aver lavorato tre settimane per Mikel Landa, quarto nella graduatoria finale.
Derby italiano: Colnago batte Bianchi
Colnago passa il sabato sera in fabbrica a costruire la bici di Pogačar
Ha attraversato la strada ed è andato in fabbrica perché Pogačar, che nella giornata di sabato 19 settembre ha indossato la maglia gialla al Tour de France, non poteva non arrivare sugli Champs-Élysées senza una bici gialla.
E così Ernesto Colnago (88 primavere alle spalle e una vita dedicata alle bici) patron della celebre azienda di biciclette di Cambiago (Milano), in lacrime per la gioia, ha passato il suo sabato sera nella sua ditta.
Il lavoro è terminato nel corso della notte, giusto il tempo per permettere a due dipendenti dell’azienda milanese di saltare in macchina e partire alla volta di Mantes La Jolie dove è partita l’ultima tappa del Tour.
Lì i meccanici della Uae Tour hanno assemblato gruppo, ruote e manubrio e poi consegnato la bici al 21enne che ha messo la sua firma sulla corsa a tappe più prestigiosa al mondo.
Per Bianchi, invece, la seconda doccia fredda, dopo che, nel 2016, i sogni in rosa di Steven Kruijswijk si infransero sulla neve del Colle dell’Agnello.
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